Sono a Bruxelles per due giorni di lavoro e arrivato in albergo, butto un occhio sui social. E vedo che tanti ci prendono in giro perché proprio oggi sono trascorsi esattamente due anni dalla sconfitta referendaria: era il #4dicembre 2016. In tanti mi chiedono ancora oggi: Matteo, ma chi te l'ha fatto fare? Potevi essere ancora in sella, che bisogno c'era di fare quella riforma della Costituzione? Amici, ve lo dico con grande libertà. Si fa politica in nome delle idee, non per difendere una poltrona. Per la mia carriera sarebbe stato meglio non fare quel referendum, ma per il nostro Paese era utile e necessario. Era giusto provarci, era giusto dare più stabilità ed efficienza alle istituzioni italiane, era giusto lottare per cambiare. L'Italia sarebbe stata più forte in Europa e nel mondo. Eppure siamo stati attaccati innanzitutto dai nostri compagni di strada, colpiti alle spalle dal fuoco amico. Massimo D'Alema disse: "con il no al referendum ci saranno le dimissioni di Renzi e tornerà il buon senso." Quello che D'Alema chiamava buon senso in realtà si chiama Salvini e Di Maio, un governo che ci sta portando in recessione, un sistema di potere che premia i furbetti dei 49 milioni di € e del lavoro in nero ma che non investe sul futuro dell'Italia. Tuttavia è stato giusto provarci. Si vince e si perde in politica. Ma chi non combatte mai e vive all'ombra degli altri, senza mai prendere una posizione, senza mai fare una battaglia, ha già perso. L'Italia di oggi è più debole di due anni fa. Peccato. Ma ormai quello è il passato. C'è tutto il futuro da costruire. Potremo fare tutti gli errori del mondo ma saremo sempre in campo a viso aperto, senza paura, senza arrenderci mai. Perché siamo un grande Paese, più forte dei barbari, degli sciacalli, dei prestanome. E continuiamo ad avere dalla nostra parte il tempo, l'entusiasmo, la libertà.

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マッテオ・レンツィのインスタグラム(matteorenzi) - 12月5日 06時56分


Sono a Bruxelles per due giorni di lavoro e arrivato in albergo, butto un occhio sui social. E vedo che tanti ci prendono in giro perché proprio oggi sono trascorsi esattamente due anni dalla sconfitta referendaria: era il #4dicembre 2016.
In tanti mi chiedono ancora oggi: Matteo, ma chi te l'ha fatto fare? Potevi essere ancora in sella, che bisogno c'era di fare quella riforma della Costituzione?
Amici, ve lo dico con grande libertà.
Si fa politica in nome delle idee, non per difendere una poltrona.
Per la mia carriera sarebbe stato meglio non fare quel referendum, ma per il nostro Paese era utile e necessario.
Era giusto provarci, era giusto dare più stabilità ed efficienza alle istituzioni italiane, era giusto lottare per cambiare. L'Italia sarebbe stata più forte in Europa e nel mondo.
Eppure siamo stati attaccati innanzitutto dai nostri compagni di strada, colpiti alle spalle dal fuoco amico.
Massimo D'Alema disse: "con il no al referendum ci saranno le dimissioni di Renzi e tornerà il buon senso."
Quello che D'Alema chiamava buon senso in realtà si chiama Salvini e Di Maio, un governo che ci sta portando in recessione, un sistema di potere che premia i furbetti dei 49 milioni di € e del lavoro in nero ma che non investe sul futuro dell'Italia.
Tuttavia è stato giusto provarci. Si vince e si perde in politica. Ma chi non combatte mai e vive all'ombra degli altri, senza mai prendere una posizione, senza mai fare una battaglia, ha già perso.
L'Italia di oggi è più debole di due anni fa. Peccato. Ma ormai quello è il passato. C'è tutto il futuro da costruire.
Potremo fare tutti gli errori del mondo ma saremo sempre in campo a viso aperto, senza paura, senza arrenderci mai. Perché siamo un grande Paese, più forte dei barbari, degli sciacalli, dei prestanome. E continuiamo ad avere dalla nostra parte il tempo, l'entusiasmo, la libertà.


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2018/12/5

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