Ieri il Corriere della Sera ha polemizzato con me sulla vicenda delle persone con sindrome di Down. Ho risposto così, oggi, in una Lettera al Direttore. Caro Direttore, non ho mai richiesto la sua gentile ospitalità pur avendone avuto più volte occasione. Il Corriere mi ha sempre seguito con attenzione – e di questo La ringrazio perché credo nella stampa libera, a maggior ragione in questo periodo di minacce all’informazione – ma non ho mai chiesto di fare precisazioni. Non l’ho fatto nemmeno quando mi avete dato del “caudillo”. Se lo faccio adesso è per replicare ad Antonio Polito che ieri mi ha criticato per aver pubblicato la foto di mia nipote Maria, una bimba che ha la sindrome di Down. La polemica contro di me sulle immagini di persone con sindrome di Down è cominciata ben prima che mia nipote arricchisse con la sua presenza la nostra famiglia. Quasi dieci anni fa, quando mi candidai a sindaco, alcuni concittadini mi “prestarono” il loro volto per la campagna “É primavera, Firenze”. Tra loro c’era anche Edoardo, Edo per gli amici, una persona con sindrome di Down che mi aveva incontrato nel ristorante in cui lavorava. Edo era felice di metterci la faccia, esattamente come altri fiorentini. E il suo volto finì su tutti i muri della città, con altri tredici “testimonial”. Un giornalista, su un’altra testata, mi insultò per questa scelta, accusandomi di strumentalizzazione. Ricordo il titolo vergognoso: “L’Obama bianco usa un down per farsi eleggere”. Gli replicai a muso duro: mostrare i volti delle persone con sindrome di Down non è strumentalizzazione. E se qualcuno si vergogna della disabilità, beh quello non sono io. Sotto la mia presidenza due ragazzi con sindrome di Down sono entrati nella Polizia Provinciale e dozzine di accordi sono stati siglati con associazioni di volontariato. La stessa attività è proseguita quando ero Sindaco. Continua su www.matteorenzi.it

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マッテオ・レンツィのインスタグラム(matteorenzi) - 11月13日 17時38分


Ieri il Corriere della Sera ha polemizzato con me sulla vicenda delle persone con sindrome di Down. Ho risposto così, oggi, in una Lettera al Direttore.
Caro Direttore,
non ho mai richiesto la sua gentile ospitalità pur avendone avuto più volte occasione. Il Corriere mi ha sempre seguito con attenzione – e di questo La ringrazio perché credo nella stampa libera, a maggior ragione in questo periodo di minacce all’informazione – ma non ho mai chiesto di fare precisazioni. Non l’ho fatto nemmeno quando mi avete dato del “caudillo”.
Se lo faccio adesso è per replicare ad Antonio Polito che ieri mi ha criticato per aver pubblicato la foto di mia nipote Maria, una bimba che ha la sindrome di Down. La polemica contro di me sulle immagini di persone con sindrome di Down è cominciata ben prima che mia nipote arricchisse con la sua presenza la nostra famiglia.
Quasi dieci anni fa, quando mi candidai a sindaco, alcuni concittadini mi “prestarono” il loro volto per la campagna “É primavera, Firenze”. Tra loro c’era anche Edoardo, Edo per gli amici, una persona con sindrome di Down che mi aveva incontrato nel ristorante in cui lavorava. Edo era felice di metterci la faccia, esattamente come altri fiorentini. E il suo volto finì su tutti i muri della città, con altri tredici “testimonial”.
Un giornalista, su un’altra testata, mi insultò per questa scelta, accusandomi di strumentalizzazione. Ricordo il titolo vergognoso: “L’Obama bianco usa un down per farsi eleggere”. Gli replicai a muso duro: mostrare i volti delle persone con sindrome di Down non è strumentalizzazione. E se qualcuno si vergogna della disabilità, beh quello non sono io. Sotto la mia presidenza due ragazzi con sindrome di Down sono entrati nella Polizia Provinciale e dozzine di accordi sono stati siglati con associazioni di volontariato. La stessa attività è proseguita quando ero Sindaco.

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2018/11/13

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