Ciò che è accaduto a Ischia provoca innanzitutto dolore. E cordoglio per le famiglie che oggi piangono un proprio caro. Poi è naturale che ci saranno discussioni sull'urbanistica, sull'edilizia, sulla cura del territorio: per questo abbiamo proposto un anno fa un patto generazionale chiamato Casa Italia, sulla base delle idee esposte da Renzo Piano. L'obiettivo? Ripensare totalmente il nostro modo di costruire, un progetto serio, articolato, lungo vent'anni, non solo centoquaranta caratteri. Continuo a pensare che questa intuizione di Casa Italia - un lavoro indipendente dalle scadenze elettorali, che tenga insieme tutte le forze politiche - sia una delle proposte più importanti che abbiamo lanciato e sono certo che sarà portata avanti da tutti gli italiani di buona volontà. Ogni mese, del resto, accade qualcosa che dimostra quanto sia cruciale tale progetto. Ma in queste ore - come tutti gli italiani, come tutti i padri - sono rimasto soprattutto col cuore sospeso per la vicenda dei tre fratellini intrappolati dalle macerie del terremoto. Il fatto che siano stati salvati tutti e tre restituisce la vita a una famiglia ed è bellissimo, un'emozione senza parole. Tuttavia diciamolo chiaramente: è anche l'occasione per dire una parola di gratitudine sui nostri uomini dei soccorsi, a cominciare dai Vigili del Fuoco, dai corpi speciali delle forze dell'ordine, dall'Esercito, dalla straordinaria Protezione Civile, dal volontari e dall'associazionismo. La loro professionalità è impressionante. Un terremoto è sempre un terremoto. Ma se è vero che noi dobbiamo fare di più sulla prevenzione bisogna anche riconoscere che gli italiani sono tra i migliori al mondo nel pronto intervento e nel soccorso. Mentre pensiamo a ciò che dobbiamo cambiare nella cura del territorio, che è tantissimo e che risale ai decenni precedenti, non dimentichiamo di dire ai soccorritori la parola più semplice e più bella: grazie. Se Ciro, Matthias e Pasqualino hanno ancora un futuro, è merito anche degli italiani del soccorso. Quelli a cui oggi è doveroso dire un Grazie più grande di tutte le polemiche.

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マッテオ・レンツィのインスタグラム(matteorenzi) - 8月22日 22時19分


Ciò che è accaduto a Ischia provoca innanzitutto dolore. E cordoglio per le famiglie che oggi piangono un proprio caro. Poi è naturale che ci saranno discussioni sull'urbanistica, sull'edilizia, sulla cura del territorio: per questo abbiamo proposto un anno fa un patto generazionale chiamato Casa Italia, sulla base delle idee esposte da Renzo Piano. L'obiettivo? Ripensare totalmente il nostro modo di costruire, un progetto serio, articolato, lungo vent'anni, non solo centoquaranta caratteri. Continuo a pensare che questa intuizione di Casa Italia - un lavoro indipendente dalle scadenze elettorali, che tenga insieme tutte le forze politiche - sia una delle proposte più importanti che abbiamo lanciato e sono certo che sarà portata avanti da tutti gli italiani di buona volontà. Ogni mese, del resto, accade qualcosa che dimostra quanto sia cruciale tale progetto.
Ma in queste ore - come tutti gli italiani, come tutti i padri - sono rimasto soprattutto col cuore sospeso per la vicenda dei tre fratellini intrappolati dalle macerie del terremoto. Il fatto che siano stati salvati tutti e tre restituisce la vita a una famiglia ed è bellissimo, un'emozione senza parole.
Tuttavia diciamolo chiaramente: è anche l'occasione per dire una parola di gratitudine sui nostri uomini dei soccorsi, a cominciare dai Vigili del Fuoco, dai corpi speciali delle forze dell'ordine, dall'Esercito, dalla straordinaria Protezione Civile, dal volontari e dall'associazionismo.
La loro professionalità è impressionante.
Un terremoto è sempre un terremoto. Ma se è vero che noi dobbiamo fare di più sulla prevenzione bisogna anche riconoscere che gli italiani sono tra i migliori al mondo nel pronto intervento e nel soccorso.
Mentre pensiamo a ciò che dobbiamo cambiare nella cura del territorio, che è tantissimo e che risale ai decenni precedenti, non dimentichiamo di dire ai soccorritori la parola più semplice e più bella: grazie.
Se Ciro, Matthias e Pasqualino hanno ancora un futuro, è merito anche degli italiani del soccorso. Quelli a cui oggi è doveroso dire un Grazie più grande di tutte le polemiche.


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2017/8/22

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